Il più grande desiderio dei genitori è che i figli siano felici. Una diagnosi di AIS mette in dubbio il loro desiderio e li fa sentire colpevoli e inadeguati. In genere non hanno mai sentito parlare di questa condizione che improvvisamente devono conoscere e saper gestire, malgrado il doloroso periodo che stanno passando.
In alcuni casi di PAIS e condizioni simili, i genitori possono essere chiamati a decisioni difficili e urgenti circa il sesso da assegnare al bambino. In questi casi è indispensabile un supporto psicologico. I genitori sono in una situazione stressante, devono compiere scelte importantissime per il futuro del figlio, non sempre sono in grado di comprendere tutti gli elementi della situazione oppure semplicemente non è possibile sapere come andranno le cose, se le scelte saranno quelle giuste o meno. Nel caso del CAIS non si pongono scelte così difficili, ma il momento successivo alla diagnosi è sempre doloroso e caratterizzato da ansia e paura di sbagliare.
A volte la situazione è così stressante che i genitori possono provare il desiderio di “chiudere il problema” decidendo di intervenire al più presto per esempio con un intervento di rimozione delle gonadi o con altri interventi che sperano risolutivi.
Ma questa non è una buona soluzione. In questi casi c’è bisogno di tempo per capire, per informarsi, per sentire pareri e consigli di medici o di altri genitori, per valutare le diverse possibilità e le conseguenze. E c’è bisogno di tempo anche per riprendersi, ritrovare la calma e la lucidità. Prendere decisioni affrettate e per giunta in un momento tanto difficile non serve a “chiudere il problema”, al contrario lo può moltiplicare.
Un altro atteggiamento comprensibile ma da evitare è quello di volersi assumere la responsabilità di scelte (per esempio un intervento chirurgico non urgente) per evitare che in futuro il figlio debba soffrire nell’affrontarle. In questo caso, come in molti altri, il compito del genitore dovrebbe essere quello di sostenere e rispettare le scelte del figlio, non quello di sostituirsi a lui. Malgrado il genitore senta di agire per amore, in futuro si potranno creare molte recriminazioni e incomprensioni.
Nei momenti difficili si sente maggiormente la necessità di confidarsi con amici e parenti. A volte è indispensabile farlo, per esempio se vi sono atipicità genitali che talvolta possono ritardare l’attribuzione del sesso alla nascita. È bene parlarne a tutti o si può ledere la privacy del figlio? Come scegliere le persone più adatte a offrire comprensione e aiuto? In che modo parlare agli altri?
La responsabilità che i genitori sentono in genere come la più delicata è quella di comunicare ai figli la diagnosi, adattando alle varie fasi della crescita la quantità e la qualità delle informazioni. È effettivamente un compito non facile ed è normale che qualche sbaglio si faccia anche con le migliori intenzioni. L’importante è portare avanti una comunicazione graduale: non è possibile dare tutte le informazioni in una volta e quindi si daranno informazioni incomplete, adatte all’età.
Ma sono da evitare le bugie perché poi è difficile porvi rimedio: i figli saranno portati a pensare che il genitore non è affidabile e sincero, o che ha mentito per nascondere qualcosa di molto grave o vergognoso. In particolare i genitori temono di rivelare le informazioni relative agli aspetti genitali e cromosomici. Su questi temi si può richiedere l’aiuto di uno psicologo esperto, ma anche parlarne con altri genitori serve molto. Già solo pensare che tante altre persone hanno affrontato queste difficoltà, sicuramente alleggerisce la tensione.
Le bambine con CAIS sono completamente insensibili all’azione degli androgeni e crescendo sviluppano caratteri fisici e psicologici femminili. Nel caso di alcune forme di PAIS e di condizioni simili, i genitori temono che la scelta compiuta con l’attribuzione del sesso alla nascita possa essere sbagliata. Spesso durante l’infanzia si preoccupano per esempio se la loro bambina fa giochi “da maschio” o non vuole indossare le gonne. Bisogna evitare di prestare troppa attenzione a questi aspetti perché potrebbero agitare il bambino, farlo sentire giudicato o inadeguato.
Le preoccupazioni dei genitori in questi casi sono spesso eccessive: tante bambine amano dedicarsi a giochi considerati maschili, così come ci sono maschietti che amano i giochi tranquilli. Come vediamo ogni giorno ci sono tanti modi di essere uomini e donne, il confine tra i comportamenti non è così netto nella nostra società.
Infine alcuni genitori temono che la loro figlia o il loro figlio possa, una volta cresciuto, avere un orientamento omosessuale. Naturalmente questo è possibile, anche se nel caso delle persone con CAIS non risulta che ci sia una maggiore possibilità che questo avvenga rispetto alle altre.
È importante tuttavia rendersi conto che, per quanto i rapporti affettivi siano una componente importante del benessere psicologico di una persona, essere in una relazione eterosessuale, sposarsi e avere dei figli non rappresenta un requisito o una garanzia di felicità. Per questo motivo, la cosa migliore che un genitore può fare è amare i propri figli a prescindere da tutto, e consentire loro di poter esprimere liberamente la propria identità e le proprie preferenze, senza il rischio di sentirsi per questo inadeguati o immeritevoli di affetto.
Guarda il video “They are perfect just as they are” della campagna ONU Free & Equal.
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Caro genitore,
se stai visitando questo sito, è probabilmente per cercare informazioni che possano aiutarti a fare le scelte migliori per tua figlia o per tuo figlio. Giustamente essere informati è essenziale per comprendere i problemi e partecipare consapevolmente alle decisioni che riguardano tua/o figlia/o.
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Vorremmo anche darti un consiglio: oltre alle informazioni, cerca anche dei contatti. Mettersi in contatto con altri genitori per condividere e scambiare esperienze, problemi e consigli, fa veramente bene. Inoltre, se sei il genitore di una bambina piccola, probabilmente ti chiederai quali problemi tua figlia dovrà affrontare da grande.
Parlarne con una ragazza o con una donna con una condizione simile a quella di tua figlia, può essere utile e tranquillizzante. La realtà è in genere migliore delle fantasie che ci facciamo su di essa.
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