Care mamme e cari papà, sono Daniela, la mamma di Marco, il mio meraviglioso terzo figlio di quasi sei anni.
La nostra storia inizia il 29 giugno 2004, giorno in cui il mio piccolo viene alla luce. Noi tutti, io, mio marito e i miei due figli Irene e Stefano (che allora avevano rispettivamente 9 e 11 anni) aspettavamo una sorellina che avevamo deciso doveva chiamarsi Marta; l’ecografia rivelava due grandi labbra (che in realtà erano testicoli) e un clitoride a dire il vero eccessivamente sviluppato ma non degno di preoccupazioni.
Subito dopo il parto (un po’ sofferto poiché Marco pesava 4,3 kg) il medico visitando il piccolo mi dice che ci sono dei problemi, che il bambino presenta dei genitali ambigui e che per questo bisogna iniziare a fare delle analisi per capire alcune cose. All’ospedale di provincia dove Marco è nato non erano mai nati bimbi con questo “problema”, quindi mi consigliano di rivolgermi a un grande ospedale di una grande città del Nord dove sono molto preparati a riguardo.
Nel frattempo io e mio marito, sconvolti ed addolorati da questa situazione, non sapevamo come spiegare ai nostri figli quello che stava succedendo. Non sapevamo se era nata una sorellina o un fratellino… come spiegare a due ragazzini cosa significa ambiguità genitale, come spiegare che non avevamo potuto dare un nome a quel piccolino perché in realtà non sapevamo neanche noi chi fosse… ricordo i primi momenti dopo la nascita sono stati i più tragici… nessuno sapeva spiegarmi nulla, c’era sempre una grande affluenza di medici e infermieri nella nursery per vedere il “nuovo/a” nato… mio marito passava le sue notti su Internet cercando informazioni, associazioni (quanto mi sareste stati utili allora) cercando qualcuno che potesse aiutarci a condividere con noi il problema.
Arrivati all’ospedale che ci avevano consigliato (dove ci hanno accolti con molta competenza e dolcezza… ringrazio particolarmente l’endocrinologo che ci ha presi in cura al quale siamo tuttora molto legati) iniziano a fare a Marco una serie di esami e inizia anche il nostro calvario. L’esame cromosomico rivela che il piccolo è XY, quindi cromosomicamente maschio ma dato che è affetto da PAIS (Sindrome da Insensibilità Parziale agli Androgeni) non è detto che da grande potrà virilizzare completamente quindi incominciano un ciclo di testosterone dopo il quale a Marco cresce il suo piccolo pene del 38% rispetto la sua misura iniziale; tra un esame e l’altro i medici ci parlavano costantemente di femminilizzazione, o almeno ci preparavano all’evenienza, di sessualità psicologica, ecc.
Io mi sono sempre rifiutata di femminilizzare Marco perché già dai tempi della gravidanza avevo sempre sentito dentro di me di aspettare un maschio; inoltre Marco ha sempre avuto un aspetto maschile, se vogliamo anche grossolano e non riuscivo a vederlo al femminile. Io e mio marito ci siamo sempre chiesti cosa sarebbe stato del nostro piccolo femminilizzato, come poteva sentirsi donna se era nato con un assetto cromosomico maschile. La psicologa cercava di tranquillizzarci dicendoci che la sessualità è psicologica è che se avessimo cresciuto Marco come una bimba si sarebbe sentito tale.
Dopo quasi 4 mesi di dure stimolazioni ormonali a base di testosterone (Marco in quei mesi sembrava indemoniato) l’equipe medica decide insieme a noi, data la buona risposta ormonale, di lasciare Marco al suo sesso cromosomico e di crescerlo quindi come maschio. Era il 23 dicembre e per tutti noi quel giorno corrisponde al secondo compleanno del nostro piccolo. Da allora ha già subito due interventi di ricostruzione dell’uretra e uno ai testicoli ma sta crescendo comunque meravigliosamente… è un bambino fantastico, dotato di una rara sensibilità e di un carattere solare e aperto al mondo. Lo adoriamo tutti e ci riempie davvero la vita.
Chiaramente da quando frequenta la scuola dell’infanzia non può fare a meno di confrontarsi con i compagni (quando sono in bagno insieme)… spesso ci chiede il perché di quel “pisellino” così piccolo e strano; per ora riusciamo a tranquillizzarlo spiegandogli che ognuno è fatto in maniera diversa e che è ancora piccolo… crescendo anche il suo pisellino crescerà… per ora queste spiegazioni gli bastano più avanti vedremo.
Spero di essere riuscita a essere abbastanza chiara e rimango a disposizione per chiunque avesse bisogno di confrontarsi con me a riguardo.